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Fotografia naturalistica - l’attrezzatura: il corpo macchina

30 Aprile 2020

Fotografia naturalistica - l'attrezzatura

Il corpo macchina

Un’altra condizione di importanza fondamentale per la corretta pratica della fotografia naturalistica è la conoscenza della tecnica fotografica e della nostra attrezzatura.


Fortunatamente le macchine fotografiche moderne (sia reflex che mirrorless) ci facilitano il compito con gli automatismi e ci permettono di personalizzare a nostro piacere parecchie funzioni utilissime.
Le sigle di tutti questi automatismi possono variare da costruttore a costruttore; fate perciò sempre riferimento al libretto di istruzioni della vostra reflex o mirrorless.

Parlando con amici e colleghi, abbiamo notato che la prima domanda che molti appassionai che decidono di avvicinarsi alla “fotografia naturalistica”, è “Che attrezzatura mi serve?“. Se stai leggendo anche tu questa guida è perchè stai pensando di dedicarti a questo genere fotografico, e vorresti qualche consiglio per ottenere immagini affascinanti e tecnicamente perfette.

La fotografia naturalistica richiede, attrezzatura di qualità, a costi spesso elevati. Questo è dovuto a un insieme di fattori. Prima di tutto, per potere meglio evidenziare le caratteristiche delle specie animali e vegetali fotografate, è necessario un elevato dettaglio e una ottima e fedele resa dei colori.

La fotografia naturalistica è un tipo di fotografia che si svolge prevalentemente outdoor, che richiede lunghe camminate e altrettanto lunghi appostamenti (sia all’aperto che in capanni fotografici): l’attrezzatura che sceglierai, quindi, è consigliabile che sia leggera, maneggevole e possibilmente tropicalizzata. Anche la tropicalizzazione influisce in modo importante sul prezzo di acquisto.


Considera che, a meno che tu non voglia lanciarti subito in un Viaggi dedicati alla fotografia naturalistica nel Grande Nord o nell’Africa più profonda, non devi per forza partire subito con un corredo da professionista. O almeno questo è il mio consiglio.

Puoi ottenere ottimi risultati, per cominciare, facendo una scelta dei soggetti ai quali vuoi dedicarti e impostando così le tue scelte per il futuro in modo che seguano un percorso preciso e delineato. Scegli un genere, fissa il tuo budget, acquista l’attrezzatura che ritieni indispensabile e poi pensa prima di tutto a divertirti.

Che macchina fotografica compro?

Nel testo che segue, ti darò qualche informazione di massima, ma resta comunque lungi da me l’idea di proporti una guida assoluta sul tema. Il discorso sull’attrezzatura ideale, infatti, si allargherebbe a dismisura se dovessi considerare i gusti e le preferenze di ciascuno.

Chiunque abbia acquistato una macchina fotografica conosce bene la classica domanda… "E’ questo il momento migliore per comprare o è meglio attendere ancora?"

Ogni tre - quattro mesi circa, i produttori di attrezzature fotografiche mettono sul mercato nuovi modelli.
Sono nuovi è vero; ma è anche vero che saranno sempre disponibili. Chi si appresta ad affrontare in modo serio e professionale la fotografia naturalistica deve quindi valutare quali siano le migliori soluzioni alla sua portata.

Vediamo ora i vari tipi di macchina fotografica…

Macchine fotografiche compatte:

VANTAGGI:
Piccole e leggere
Di immediato utilizzo
Economiche

SVANTAGGI: 
Controlli ridotti o nulli sui parametri di scatto
Mediocre qualità di immagine
Ottiche non intercambiabili
Funzionalità limitate
Zoom ridotto o non presente

Macchine fotografiche bridge:

VANTAGGI:
Libertà sul controllo dei parametri di scatto
Funzionalità tecniche avanzate
Stabilizzatore di immagine
Lenti di alta qualità
Zoom potente
Impugnatura comoda
Maneggevolezza
Abbastanza solide
Qualità d’immagine buona

SVANTAGGI:
Ottiche non intercambiabili
Accessori molto costosi
Prezzi relativamente alti
Utilizzo non sempre immediato per via di menù complessi

 

Macchine fotografiche reflex o mirrorless:

VANTAGGI:
Ottiche intercambiabili
Totale controllo dei parametri di scatto
Numerose funzioni personalizzabili
Robuste ed affidabili
Comode da impugnare
Elevata qualità d’immagine

SVANTAGGI:
Peso ed ingombro
Necessitano di esperienza per essere sfruttate al meglio
Prezzi elevati

In questo capitolo vedremo esclusivamente le macchine fotografiche di tipo reflex e mirrorless. Esse sono infatti usate dalla maggioranza di appassionati ed addetti ai lavori.
Per quel che riguarda il mondo delle reflex, esse si suddividono principalmente in tre categorie:

1) Consumer
2) Semi-professionali
3) Professionali


I corpi macchina consumer sono i più economici e sono adatti ad un’utente senza troppe pretese. Sono sicuramente i più maneggevoli ma non sempre permettono di ottenere una buona qualità dell’immagine finale.

Le Semi-professionali hanno generalmente una buona qualità e prezzi ragionevolmente contenuti.

Le reflex professionali sono dedicate ad una fascia di utenza decisamente esigente e sono super accessoriate. Sono sicuramente adatte a professionisti o fotoamatori avanzati ma risultano essere decisamente ingombranti e difficili da usare per chi non ha molta esperienza.

Forse la scelta migliore, per chi si avvicina alla fotografia naturalistica, sono le reflex semi-professionali. Esse offrono un ottimo rapporto tra qualità di immagine, funzioni, portabilità e prezzo di acquisto.

La reflex nella fotografia naturalistica: Full frame o APS C?

Il sensore di riferimento per i nostri scopi è il full-frame abbreviato in FF da 24x36 mm di lato. Usando lo stesso obiettivo su sensori più piccoli del FF otteniamo l'effetto di un apparente ingrandimento. E sottolineo apparente perchè il soggetto mantiene le stesse dimensioni nell'immagine ma sul sensore "croppato" viene inquadrata una superficie minore intorno al soggetto dando l'impressione di un ingrandimento. Ecco uno schema dei più comuni formati dei sensori con la cornice del relativo ritaglio rispetto al full frame.

In questa lista abbiamo il fattore di ritaglio (crop factor) per i sensori più diffusi (Questo fattore va moltiplicato per la lunghezza focale della lente per ottenere la focale apparente).

Quattro terzi 2.0x
Canon APS-C 1.6x
Nikon APS-C 1.5x
Canon APS-H 1.3x
Full Frame 1.0x

Per la fotografia naturalistica la mia scelta è caduta su una reflex con sensore APS-H in passato mentre ora lavoro con una APS-C. Come abbiamo visto prima, esse sono un compromesso tra costi, e caratteristiche tecniche con l'innegabile vantaggio del crop factor anche se a scapito di un sensore più "denso" e quindi meno prestante ad alti ISO rispetto al full frame.

Formato dell’immagine
In teoria, avendo una reflex full frame con molti pixel, posso croppare l’immagine ed ottenere una foto finale come se avessi usato un ottica più lunga.
Dal punto di vista dell’elettronica questo è un procedimento corretto e fattibile. Dal punto di vista ottico lo è molto meno. I problemi sono dovuti principalmente al fatto che aumentando gli ingrandimenti, aumentano anche i problemi di micro mosso e di potere risolutivo dell’ottica. Il potere risolutivo dell’ottica è  la quantità di dettagli che essa è in grado di trasferire al sensore. In pratica, più si aumenta l’ingrandimento e più la lente che ho utilizzato deve essere di qualità.

Lo stesso problema si ha in fase di stampa quando si parte da immagini realizzate con sensori di dimensioni diverse.
Ad esempio, per stampare un 20x30 cm avrò bisogno di 8,3 ingrandimenti se parto da un sensore full frame; 12,7 ingrandimenti se parto da un sensore APS-C Nikon e 13,2 da un sensore APS-C Canon.
Gli ingrandimenti sono circa 60 se parto da una compatta digitale ed oltre 200 se utilizzo la fotocamera di uno Smartphone!!
Ora capite perché vi arrabbiate quando vedete una bella foto sul vostro cellulare ma poi una volta stampata essa è inguardabile…

Caratteristiche utili nei corpi macchina impiegati per la fotografia naturalistica

La tenuta a polvere e umidità che viene definita "tropicalizzazione" è una caratteristica importante per la Fotografia naturalistica visto che essa si pratica all'aperto anche sotto le intemperie, ma appartiene per ora a costosi apparecchi professionali, anche se negli ultimi tempi è prevista in alcuni modelli semi-pro. Con degli accorgimenti pratici però, possiamo riparare l'attrezzatura da schizzi occasionali o rovesci improvvisi, infilandola in un sacchetto di nylon di dimensioni adeguate e fissato con degli elastici o del nastro adesivo.

Oppure acquistando una di quelle protezioni impermeabili in materiale morbido che si trovano in commercio. Con le apparecchiature elettroniche è da evitare in assoluto la condensa che si forma portando repentinamente l'attrezzatura da un ambiente molto freddo a uno caldo. Consiglio in questi casi di lasciare nello zaino macchine e obiettivi nelle loro custodie fino a quando la temperatura delle attrezzature non si sarà riallineata a quella ambientale.

Anche se raramente, a volte può essere necessario inserire la macchina in una custodia insonorizzata (blimp), come ad esempio nelle foto a distanza ravvicinata con telecomandi e con soggetti timidi e furtivi. E' abbastanza facile da costruire utilizzando dei pezzi di tessuto mimetico imbottiti con materiali fonoassorbenti e cuciti aggiungendo delle strisce di velcro sui bordi a contatto, per avvolgerla agevolmente sul body da insonorizzare.

Per iniziare la nostra avventura nel mondo della fotografia naturalistica possiamo impostare la nostra reflex nel modo seguente:

l'automatismo in AV "priorità all'apertura del diaframma"
l'autofocus in AI Servo "inseguimento continuo"
la cadenza in "scatto continuo a velocità elevata"
l'obiettivo alla massima apertura
la sensibilità ISO su valori attorno ai 400/800 ISO

Queste impostazioni le potremmo salvare in una delle modalità personalizzate (C1, C2 o C3) e saranno valide nel 90% dei casi.

Con il passare del tempo e con l’aumentare della nostra esperienza sul campo l'esperienza affineremo queste regolazioni in base alle circostanze e probabilmente introdurremo anche la modalità M (modalità manuale) che fornisce il massimo controllo, ma è un arma a doppio taglio se non si ha la totale padronanza della propria attrezzatura.

Una funzione assolutamente necessaria, a mio parere, è la configurazione di un pulsante per il "rear focus". Normalmente, premendo il pulsante di scatto sulla macchina vengono eseguite le seguenti operazioni in sequenza: esposizione, messa a fuoco e scatto dell'otturatore.

Se per qualche motivo andiamo a modificare l'inquadratura, premendo lo scatto viene nuovamente ricalcolato anche il punto di messa a fuoco precedentemente acquisito. Se nelle modalità di base possiamo ovviare a ciò mantenendo premuto il pulsante a metà corsa mentre modifichiamo l'inquadratura, in modalità AF AI Servo, quindi con la messa a fuoco continua, è quasi certo focheggiare sullo sfondo. Il consiglio allora è quello di riconfigurare la macchina, attraverso i Controlli Personalizzati per associare l'autofocus a uno dei tasti posti sul retro del body in modo da poterlo attivare solamente quando lo decidiamo noi. Questa tecnica viene chiamata "rear focus". 

In pratica si usa così: con soggetti statici si focheggia nel punto scelto premendo il pulsante rear focus, poi si rilascia, liberi di ricomporre la foto a piacimento. Se il soggetto invece si dovesse muovere, si tiene attivato il rear focus per inseguire lo spostamento e si rilascia quando il soggetto si ferma. Con questa tecnica è preferibile selezionare un singolo punto AF, solitamente quello centrale, per non lasciare scegliere agli automatismi dove mettere a fuoco, perchè con la ridotta profondità di campo dei teleobiettivi è meglio non rischiare.

Non dimentichiamo poi che una foto sfuocata è una foto da buttare a priori.

Siamo giunti alla fine di secondo capitolo dedicato alla fotografia naturalistica. Nel prossimo capitolo il nostro viaggio proseguirà ed andremo alla scoperta dell'affascinante modo delle ottiche impiegate per la fotografia naturalistica


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Il magico mondo della Fotografia Naturalistica

Eccomi qua...

Era da un po' di tempo che pensavo di buttar giù un qualcosa che esprimesse il mio modo di vedere la fotografia naturalistica ed allo stesso tempo mi permettesse di mettere quel po' di esperienza che ho accumulato a disposizione di altri fotografi, soprattutto di quelli che vogliono avvicinarsi alla fotografia naturalistica.
Per realizzare questo mi sono avvalso sia della mia esperienza personale sul campo, sia di esperienze altrui che in qualche modo mi sono state raccontate e trasmesse.

Ho sempre considerato la fotografia naturalistica come un mezzo per vivere e descrivere la natura in tutta la sua splendida e talvolta selvaggia bellezza. Questa mia convinzione ha però un limite ben preciso e insuperabile: NESSUNA fotografia vale la vita di un essere vivente, sia esso animale o vegetale.

UN FOTOGRAFO NATURALISTA ANTEPONE SEMPRE LA SALVAGUARDIA DI QUELLO CHE FOTOGRAFA ALLA REALIZZAZIONE DELLA FOTOGRAFIA.

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